Sono Mirco Calleo, istruttore di primo soccorso, guida soccorritore subacqueo, fondatore della ditta Tridente Blu e cofondatore di Salute Benessere Sport.
Oggi desidero parlare della sindrome da stress professionale, o come più comunemente viene chiamato “Burnout”
E’ un disagio psicofisico connesso al lavoro da non sottovalutare, caratterizzato da un insieme di sintomi che portano nel tempo la persona a non farcela più, ovvero a “bruciarsi”.
Questo stress cronico è stato individuato già da molti anni, ma è stato riconosciuto solo nel 2019 dall’OMS come sindrome connessa al lavoro, pertanto non deve essere confusa con altri elementi stressogeni quali la paura, l’ansia, le fobie e vari disturbi extra-lavorativi, come lo stress derivante da situazioni familiari, sociali e relazionali, ma si limita al solo contesto lavorativo con esposizione prolungata, quindi un temporaneo periodo di stress durante l’orario di lavoro non è considerato “burnout”.
La diagnosi viene stabilita da un professionista medico nel momento in cui il lavoratore manifesta chiari sintomi psico-fisici, questi non sono molto diversi dai sintomi di cui abbiamo già parlato nei nostri precedenti articoli sullo STRESS, di cui vi riporto un piccolo estratto:
▪︎ Qual è la risposta psicologica allo stress?
Lo stress psicologico riguarda la mente, i pensieri e le emozioni, non importa che gli stimoli siano reali o immaginari, provocherà comunque ansietà, cambiamenti caratteriali, una riduzione della concentrazione, accelerazione del battito cardiaco, aumento della pressione e respirazione incontrollata.
▪︎ Qual è la risposta fisica allo stress?
Lo stress fisico riguarda il corpo e provoca ansietà, senso di debolezza, perdita di forza, sudorazione eccessiva, brividi, nausea, vomito, respirazione incontrollata, ecc.
Dato che parliamo di “burnout” quindi di stress limitato al solo contesto lavorativo, le relative conseguenze negative su cui vengono messi i riflettori sono riferite a questo scenario, ma per mia esperienza professionale so che lo stress accumulato e i danni da esso causato non potranno essere lasciati al lavoro, ma li porteremo con noi ovunque andremo.
Di seguito trovate un altro estratto del mio articolo sullo STRESS:
▪︎ Lo stress negativo provoca a lungo termine danni al nostro corpo come l’immunosoppressione, il rallentamento delle capacità di memorizzazione, accelerando l’invecchiamento del cervello e l’accumulo di grasso in particolare intorno all’addome. Di fronte ad un problema dovuto allo stress, la risposta negativa conseguente è senso di ansietà, che può stimolare degli effetti fisiologici che creano lo stress fisico e/o psicologico, entrambi dannosi per la nostra percezione e la nostra produttività.
La risoluzione del “burnout” avviene a seguito di cambiamenti a livello lavorativo, organizzativo e cosa per me più importante a livello personale.
Diventa quindi fondamentale a priori saper riconoscere lo stress, le cause ad esso correlate, i fattori di rischio più comuni, le tecniche più efficaci e le abilità per scaricarlo, così da poter attuare in maniera preventiva tutti quei meccanismi e accorgimenti atti a ridurre i livelli di stress, perché come dico sempre ai miei allievi “risulta difficile gestire in maniera efficace ciò che non si conosce”.
Per quanto riguarda i cambiamenti a livello lavorativo e organizzativo, bisogna fare per forza riferimento al proprio responsabile, all’ufficio del personale e al medico competente, così da valutare insieme a loro altre soluzioni, come ad esempio ridurre il carico di lavoro, oppure rivalutare il proprio ruolo all’interno dell’azienda, o attuare nuove strategie comunicative, oppure riuscire finalmente ad ottenere equità, gratificazione e riconoscimenti per il lavoro svolto.
Nel caso in cui questa condizione di stress, i suoi sintomi e relativi danni psicofisici ci fossero già “scappati di mano”, quindi è tardi per agire in maniera preventiva a livello personale e non è nemmeno più possibile agire in maniera risolutiva grazie all’intervento tempestivo da parte dell’azienda non avvenuto al primo “campanello di allarme”, il lavoratore ora si troverà “costretto” a valutare insieme al professionista medico altri rimedi come ad esempio la psicoterapia.
Personalmente consiglio di agire sempre in maniera preventiva con rimedi semplici e naturali, di evitare il più possibile il famoso fai da te e di affidarsi sempre a dei professionisti qualificati del settore Salute Benessere Sport.
Chiunque sentisse la necessità di approfondire questo argomento può richiedere un appuntamento con me attraverso la mia pagina e così ricevere una prima consulenza gratuita, ma se doveste riscontrare problemi fisici o emotivi, come un prolungato stato di depressivo, disturbi del sonno, ansietà persistente o disturbi dell’appetito dovete chiedere aiuto ad un professionista sanitario.
La ricerca medica e l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono impegnate da diversi anni su questo fronte e mettono a disposizione del pubblico tutti gli aggiornamenti disponibili sui sintomi, cause e fattori di rischio, pertanto ti invito a fare riferimento solo a fonti ufficiali.
Se desideri maggiori informazioni, visita la mia pagina al link Mirco Calleo
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